Un segno sottile che tratteggia immagini delicate, prive di colore, eteree. Il lapis che si muove leggero e consente all’idea di manifestarsi. Embrione dell’arte, il disegno diventa per Giovanni Gaggia uno strumento di riappropriazione prelevando, riproducendo, assemblando.
La carta, il supporto, si trasforma in un luogo simbolico che mantiene la memoria dell’azione, custodisce l’impronta, asciuga il sangue. In tal modo si delinea un percorso rituale di redenzione, che parte dalla morte per giungere alla vita.
RIAPPROPRIAZIONE
La mia area semantica: riattivare, riprendere, rinnovare, volere, continuare
“I destini di un’epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa […] Odio gli indifferenti” (Antonio Gramsci, Scritti Giovanili (1914-1918), Einaudi, Torino 1972) e l’eccidio di Monte Sole, più noto come la strage di Marzabotto, e Giorgio Morandi, la sua impossibilità di rappresentare la figura, indice della disumanità dell’uomo
per Volontà di Potenza Nietzche non intende il desiderio concreto di uno o più oggetti, ma il meccanismo del desiderio nel suo stesso funzionamento incessante: esso vuole, continuamente, il suo stesso accrescimento, è pulsione infinita di rinnovamento.
La tua area semantica: raccontare, fotografare, insistere, proseguire
“...Ecco perché finora non ho pensato al libro. L'importante era salvare la famiglia e la terra. E parlare, predicare, in memoria loro, la pace e l'antifascismo. Questo l'ho fatto, oggi posso fare qualcosa di più, perché ho smesso di lavorare e mi hanno messo in pensione, però io taglio lo stesso il fieno e accomodo le sedie. Non serve a niente, ma a me serve. La notte, quando il sonno se ne va leggo, e in una di queste veglie ho pensato: se raccontassi la storia dei figli miei? Tante cose me le ricordo, perché il dolore ha falciato la memoria, ma un padre di famiglia si fa sempre intendere sui figli. La storia della mia famiglia non è straordinaria. ...” (tratto da I miei sette figli di Alcide Cervi allegato al n. 4 del 20 aprile 2008 di Patria indipendente)
IMPRONTA
La mia area semantica: sangue, segno, simbolo, memoria, identità
“Il cuore poggia sulla volta del diaframma, ma il suo asse è inclinato di 23°, come quello della Terra rispetto all’orbita solare. Secondo i cinesi, il cuore è paragonabile al bocciolo del fior di loto, mentre gli egizi adoravano il fiore del Sole (Iside)” (August Strindberg, Un libro blu, Monaco 1918)
La naturale metamorfosi dei lepidotteri, da bruco a larva a farfalla, ha uno sfondo metafisico dalle differenti interpretazioni: punto d’incontro tra tempo ed eternità; mistica compenetrazione tra mondo visibile e divino invisibile; simbolo dell’anima che esce dal corpo
La tua area semantica: pressione, impressione, traccia, racconto, mutazione, vita
“... Il sangue che silenzioso arde, in un clima sospeso d'incomprensibile prodigio, ora in una luce immota e luminosa, ora in un alone annebbiato e languente, è il segno leggendario più sottile e inquietante, ma anche la proiezione più diretta e inequivoca che annoda fantasticamente il sangue alla vita, alle sue passioni, ai suoi turbamenti...” ( tratto da Il sugo della vita Simbolismo e magia del sangue di Piero Camporesi)
RITO
La mia area semantica: gesto, corpo, redenzione
Il bene e il male, due caratteristiche opposte che convivono in noi denotando completezza ma anche contraddizione
La danza delle scimmie in Indonesia dove i movimenti del corpo permettono di passare dalla concretezza della materia all’invisibile, all’extracorporeo che racchiude il soprannaturale; usare il corpo per ritrovare il sacro
La tua area semantica: simbolo, azione, condivisone, corpo
Vorrei chiudere con le parole di Erri de Luca, preso “Il peso della farfalla”, guardo la copertina, nuvole. Scelgo il capitolo “visita a un albero”, lo rileggo, le parole si affastellano, prendo un caffè. Lo rileggo un po', saltellando in qua e in la “ [...]Si sporge dalla roccia su un abisso[...]”. Fumo una sigaretta seduto su una sedia in vimini rosa con il libro in mano“[...] Un albero solitario ha un recinto invisibile, largo quanto l'ombra da poggiare intorno. Prima di entrarci, tolgo i sandali. Mi stendo sua alla sua luce[...]”
Cristina Petrelli
Questo discorso prosegue e si espande su http://mcda.cocalosclub.it/ - http://galleriamarconicupra.blogspot.com/ - http://diaridalcontemporaneo.blogspot.com/ - http://www.nudicomevermi.blogspot.com/
Photo Marco Biancucci http://www.fforfakecv.it/
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