giovedì 4 agosto 2011

MCdA: Giorgio Pignotti

IDENTITÀ
DC - La tua pittura è decisamente figurativa, un figurativo importante, corposo, che si manifesta attraverso la forza con cui le figure sono realizzate, eppure a guardarle ho come una sensazione di indefinito, si perde la percezione del genere, dell'identità, direi anche del singolo
GP - La pittura è il mezzo più duttile, dove il limite più netto dopo il supporto (la tela) sono le proprie capacità (non solo tecniche). Se conosco i miei limiti, saprò conoscermi meglio, se so chi sono, lo sapranno anche gli altri. questo è il punto di partenza.
Ogni cm di pigmento, con la sua pennellata, ognuna diversa e autonoma, è fondamentale e significativa per l'insieme. Provo a sublimare in pittura i miei concetti di universalità, di identità di genere dei singoli rispetto alla complessità dell'insieme "umano".



TRASFORMAZIONE
DC - Cosa determina le caratteristiche umane, cosa ci permette di definire quali siano i segni, le sfumature e le caratteristiche? Il tuo lavoro in questo periodo è in trasformazione e parla, secondo me, della trasformazione dell'uomo, di quella fisica che si esprime in vario modo attraverso il bisturi, ma anche di quella interiore di un'umanità confusa e alla ricerca di se stessa, in un'epoca di messaggi continui e contraddittorii.
GP - Il singolo esiste in ragione di una struttura più grande, complessa. Le complessità del singolo elemento però rispecchiano quelle del sistema intero (di qualsiasi sistema si parli: biologico, fisico-materico, sociale... ecc). Come in basso, così in alto diceva Ermete Trismegisto. Se si muove e si trasforma un elemento, tutto il resto è sottoposto al moto di trasformazione. Non si sfugge. La mutazione segue una danza silenziosa e poderosa. Noi (il tempo, le strutture sociali, le strutture biologiche..) mutiamo ogni istante. ma solo un elemento osservatore, o qualcosa che ne assurga la funzione, è in grado di dirci come. Un po' come delle foto che ci facciano vedere negli anni come siamo cambiati. Ecco, io cerco di fornire un elemento che ci permette di osservare le mutazioni.



TRANSITORIO
DC - Avrei potuto citare il sesso, eppure credo che vada fatto un passo oltre, i corpi e i visi ci mostrano inquietudini, manipolazioni, scenari possibili. mi piace parlare di mutazione, di fuga in avanti, di riflessione, di contraddizione, di contaminazione. Il senso di transitorio è però quello che credo esprima meglio lo spirito di questi visi e di questi corpi, delle loro forme ambigue e genericamente indefinite della fusione dei sessi che sembrerebbe spuntare
GP - È quello che dicevo nell'esempio della foto. Un transito, una parentesi del moto continuo. Ma non è importante la parentesi, ma avere coscienza a cosa spinge, dove porta questo movimento, quali mescolanze crea, di quali mescolanze ha bisogno per andare avanti. La capacità di giudizio deve annullarsi, non ha ragione di esistere, ed è l'unica cosa fallace in questo transito.



Suggestioni
DC Boléro di Maurice Ravel, Zelig di Woody Allen,
GP - Parsifal, Tristano e Isotta di Richard Wagner, Musica per organi caldi di Charles Bukowski, Cube – Il cubo di Vincenzo Natali


Dario Ciferri

Questo discorso prosegue e si espande su http://mcda.cocalosclub.it/ - http://galleriamarconicupra.blogspot.com/ - http://diaridalcontemporaneo.blogspot.com/ - http://www.nudicomevermi.blogspot.com/



photo: Marco Biancucci http://www.fforfakecv.it/

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