mercoledì 24 aprile 2013

Buon sangue non-mente


Conversazione telefonica del 15 marzo 2013 alle ore 20,15 tra Nikla Cingolani e Giovanni Manunta Pastorello. L’artista parla della sua tecnica pittorica e del proprio metodo di lavoro con riferimenti nella storia dell’arte. Sono stati trascritti solo alcuni passaggi della telefonata (durata totale 59'08")  utili per comprendere il processo creativo dell'artista e la sua meravigliosa definizione di Pittura.


Telefonata del 15 marzo 2013 - ore 20,15
Durata 59'08"

Alcuni passaggi:

GIOVANNI MANUNTA PASTORELLO: Pronti

NIKLA CINGOLANI: Ciao. Innanzi tutto piacere. Senti, dobbiamo conoscerci. Hai un attimo per me?
So che sarà noioso ma Vorrei che mi raccontassi un po’ la tua storia. Io ho visto alcuni tuoi quadri tempo fa in Galleria Marconi ed ora li sto guardando su internet. Noto che sei molto concentrato sul paesaggio. E, dimmi se sbaglio… Sto guardando un paesaggio che mi ricorda un po’ Magritte. Ci sono degli alberi e un prato verde brillante con dei fiori che ricordano i quadri rinascimentali, sono realizzati minuziosamente in ogni particolare…poi ecco apparire sulla sinistra una presenza inquietante, scura, grigia… sono dei cavi, dei tubi che sembrano fibre ottiche. Un lavoro che intreccia tecnologia e natura. Può essere?
GMP: No…però potrebbe anche essere. Questa è una delle tante letture. Alcuni li chiamano proiettili, altri salsicciotti…

NC: Ma la tua lettura qual è?
GMP: Guarda, è semplicemente Pittura. Tant’è vero che non faccio solo questi soggetti, ce ne sono alcuni figurativi che abitano questi luoghi, perché questi sono dei luoghi. Di solito penso al lavoro come una mostra, dove c’è una storia che utilizzo per dare forma alla mostra. Non voglio esprimere nessun messaggio.

NC: Però la natura è predominante nei tuoi lavori.
GMP: Sì, sì. In una mostra posso portare 10, 15 pezzi. Uno di questi è una figura femminile, a seconda del discorso. Io ho fatto una serie di mostre che erano la mia teoria pittorica.
Ho molto lavorato sulla teoria pittorica soprattutto all’inizio del mio lavoro. Ho concepito tutta un’estetica della Pittura, perché mi limito solamente al linguaggio della pittura, anche se m’interessa tutta l’arte. Il paesaggio è complementare al racconto. Se è astratto, o rinascimentale come dici tu, è sempre comunque un’ambientazione. Per come concepisco io la Pittura che deve essere una finestra. La tela può essere una finestra che può proiettare al di là, o una superficie, oppure al di qua dove ci sono degli oggetti e invade lo spazio.

NC: Ciò che tu chiami “finestra” per te è una visione?
GMP: È una specie di schermo dove si proietta un’immagine.

NC: Ed è la proiezione dell’immagine che tu hai mente?
GMP: No. Nella mia teoria metto l’artista come strumento, come può essere un pennello. Metto anche il concetto o la storia da narrare. Sono tutti strumenti e pretesti per arrivare alla Pittura, che è un’immagine finale, un’immagine piatta, statica, che ha utilizzato l’artista come strumento. Credo molto in questo ….non so come spiegarlo….è come se lo spirito dell’arte attraversasse le epoche e i vari artisti in diverse forme, e io mi metto come tramite. Cioè, non mi occupo del mio personale o dei racconti miei, affronto l’argomento Pittura in tutto. Tant’è vero che poi, io li chiamo paesaggi o proiettili, come li chiamano gli altri che gli danno dei titoli, ma sono tutti la stessa cosa, cioè delle pennellate. I paesaggi o gli astratti sono tutti dipinti con singole pennellate. Anche il tubo è un’unica pennellata.

NC: Ah! Questo è interessante! È che io su internet vedo immagini a bassa risoluzione.
GMP: Ma non si capisce neanche se lo vedi dal vero, cioè te lo devo dire. Ho iniziato nel 2007. Me la sono inventata una notte. Prima creavo dei paesaggi con intrecci di rami, più tubi che rami. C’è la parte in ombra, la parte in luce, poi sfumo all’interno con l’acrilico, che asciuga in fretta e devi essere molto veloce. Poi, dopo aver visto la pittura cinese del 1200, quella calligrafica, su carta di riso, sono rimasto molto colpito. Non tanto dai soggetti o dalle narrazioni ma proprio dalla tecnica e cioè quella di utilizzare il pennello per dare forma agli oggetti come se fosse una scrittura. Come il bambù, che è quello più diffuso, fatto a piccoli tratti, poi con la parte piatta del pennello si tira e si fa le foglie. Sono cose calligrafiche fatte con l’inchiostro sul supporto che non reggerebbe la pittura materica. Quel lavoro lì era messo in contrapposizione con la pittura europea soprattutto con quella italiana che loro consideravano di cattivo gusto perché pesante, volgare e inutilmente volumetrica, senza stile ed eleganza. Siccome a me piacciono tutte e due, mi piace sia Simone Martini che la pittura cinese del 1200, stavo cercando una cosa che la risolvesse

NC: Cercavi una sintesi tra le due praticamente..
GMP: Sì, e l’idea mi è venuta dalle bombolette spray, quelle che si vedono per strada. Non so se hai presente quelle che creano dei tubi…

NC: Sssì….
GMP: Hanno l’erogatore che crea un cerchio e concentra il colore sui bordi. Se tu fai una linea, il bordo rimane più scuro e crea un “tubo” perché al centro c’è meno colore. Le tag danno quel senso di volume. Io volevo ottenere la stessa cosa: l’oggetto calligrafico e non rinunciare al volume. Un po’ come la pittura occidentale. E allora ho inventato questa tecnica, prendendo dei pennelli piatti, preparo i colori con tutti i toni e gradazioni…

NC: E te li prepari tutti prima?
GMP: Sì. Poi immergo il pennello piatto per metà in un tono scuro e l’altra metà in un tono chiaro. Lo scarico e poi con un’unica pennellata faccio il tubo. La sfumatura centrale non la faccio col pennellino ma è un’unica pennellata.

NC: Caspita!
GMP: Per il fondo bagno la tela, e il colore si diffonde come un acquerello sulla carta.
NC: Infatti, sai che te lo volevo chiedere? Sembrano acquarelli…
GMP: Perché sono dipinti sull’acqua. Lavoro in orizzontale, allago prima il quadro, e le prime 4 o 5, 10 velature sono fatte sull’acqua, in modo da creare questa sfumatura aiutata anche dalla trama del gesso di preparazione della tela.

NC: L’imprimitura la prepari tu?
GMP: Sì. La tecnica è la stessa che ho studiato all’Accademia e cioè quella della tempera grassa su tavola, tipo quella del Tondo Doni. Anziché la tempera grassa che ha un sacco di difetti, uso l’acrilico che ha lo stesso comportamento ma è più resistente. Do quattro mani di gesso, le prime mani le do sull’acqua, l’acqua sfuma, fa perdere definizione, una volta che si asciugano le prime velature parto coi toni meno contrastanti, ma con segni netti. Il segno netto sullo sfumato crea un effetto di messa a fuoco che son tutte regole che conosciamo ora grazie alla macchina fotografica. L’occhio mette automaticamente a fuoco qualsiasi oggetto vicino o lontano che sia. Non ci accorgiamo del passaggio. In fotografia si usa molto l’effetto sfocato negli oggetti che stanno avanti, quelli lontani, e a fuoco quelli centrali. Io faccio un po’ la stessa cosa, infatti è molto mediale come concezione, parte quasi dalla mentalità di Photoshop la mia Pittura. Però utilizzo le regole dell’ottica e cioè i toni più freddi lontani e i toni più caldi vicini. E poi è tutta una somma di linee e lineette che si sovrappongono.

NC: Quindi la tua è una pittura spontanea, non parti da un bozzetto…
GMP: No, no, perché mi annoio e quindi evito di annoiarmi.

NC: Quindi parti subito a dipingere
GMP: Una volta davanti alla tela…già il bianco mi fa il lavaggio del cervello…non so cosa farò!
NC: Quindi quello che è nell’immediato, al momento…
GMP: Eh sì. Sì. Sono il frutto di un giorno perché l’acrilico asciuga rapidamente.

NC: Ma questa immagine che ho davanti “Paesaggio 2011”, dove hai dipinto una foresta con gli alberi, un prato con i fiori completi dei loro petali, con tutte le foglie… anche questo l’hai fatto in un giorno?
GMP: …Ho capito qual è. Sì, anche quello l’ho fatto in un giorno.

NC: Mamma mia! Complimenti!
GMP: Ci sono giornate che sono in forma e ci metto un giorno, altre volte posso metterci una settimana, dipende dall’asciugatura dai tempi dell’acrilico. D’estate asciuga rapidamente. Se potessi li farei più velocemente.
NC: Quindi è una cosa che ti viene di getto
GMP: Però aspetta, di getto sì ma è molto controllata. A volte controllo l’indirizzo della sfumatura, togliendo, asciugando con la carta. È un lavoro molto meticoloso anche nella casualità. E anche nei tubi, rispetto sempre il punto luce che viene solitamente da sinistra in alto. Devono essere tutti coerenti sennò non c’è l’inganno, si perde il gioco di prospettiva. Il discorso che voglio fare io è che la Pittura può essere qualsiasi cosa. In questo caso sembrano dei paesaggi ma in realtà sono esercizi calligrafici.

NC: Infatti, parliamo di questo perché mi stai dicendo una cosa che io non avevo capito.
GMP: Ora sai già come faccio i quadri…a nessuno viene in mente di mettere due colori nello stesso pennello e anche facendolo, bisogna saperlo fare, avere i pennelli giusti…queste cose io me le sono fatte negli anni.

NC: Quanto sono grandi le tele?
GMP: Quello che ho finito è alto 120 e largo 80 ma è una delle tele più piccole che ho perché le altre sono 120 x 150.
NC: Comunque quello che mi affascina è il gesto, l’immediatezza di questo tuo stile che chiami calligrafico.
GMP: Ma guarda che è vero che le faccio in fretta! A volte sto anche una settimana ad annusare il quadro come…sembriamo due cani che si stanno conoscendo…Perché se sbagli rovini tutto, non puoi tornare indietro. Quindi a volte sono gesti che si fanno in due secondi ma che hanno una preparazione, una concentrazione di giorni. Oppure a volte mi alzo e, senza neanche farmi la doccia, risolvo il quadro con due pennellate. Devo sempre stare attento come un pescatore.

NC: Senti, posso dire che questi tubi rappresentano la tua scrittura e sono la tua firma?
GMP: Sì, però non parliamo di linguaggio, perché secondo me la Pittura non è un linguaggio. Io la considero una cosa a parte. Io la considero l’ultimo pezzettino di metafisica che è rimasta all’umanità. Perché siccome non si sa come funzioni, rimane questo mistero dell’immagine che appare, cioè il potere della pittura in sé. Si dice sempre che la pittura è morta no?
NC: No, a me sembra che stia benissimo.
GMP: Di salute secondo me sta molto meglio delle altre discipline…Accetto il fatto che sia morta ed è rimasta un fantasma. Non è altro che l’immagine.
La pittura è quello: appare nella forma che vuole, nel periodo in cui vuole lei, appare nei luoghi dove vuole lei…molte volte appare nei luoghi dove c’è mercato (risata)
Prima la pittura si era collocata in un ambiente specifico. Già con Picasso è successo questo. Perché era nata la fotografia. All’inizio c’è stata una collaborazione. I primi pittori iniziarono ad usare la fotografia. I primi fotografi sono dei paesaggisti romantici. L’impostazione dell’immagine era quella. Noi diamo per scontato che l’immagine esista perché siamo super educati all’immagine. Mentre 150 anni fa gli spettatori quando hanno visto il primo film, il treno che entrava in stazione, sono fuggiti, oggi nemmeno un bambino verrebbe ingannato da un’immagine del genere.

NC: Ti dispiace ritornare sul discorso della pittura? Parlavi della collaborazione tra fotografia e pittura. Infatti è risaputo che gli impressionisti hanno usato il mezzo fotografico per i loro fini pittorici. Poi, quando è arrivato Picasso, la pittura ha trovato di nuovo un suo nuovo spazio, la sua dimensione…
GMP: e ha dovuto affrontarla altre volte. La fotografia non si batte. La pittura è diventata un’altra cosa, è diventata pittura moderna, espressione di qualcos’altro. Poi è arrivata la televisione. Anche lì la lotta era dura. Con il cinema uguale. Gli artisti sono diventati performer, ma già i futuristi erano dei performer.

NC: L’hanno inventata loro la performance con le serate futuriste che finivano a scazzottate!
GMP: Ma anche il concetto di opera multimediale come si usava in quel periodo…l’opera sinestetica è di quel periodo perché già c’era il cinema, il movimento, e bisognava competere con quello. Questo ha portato un’evoluzione mentale, tipo “Forme nella continuità dello spazio” di Boccioni, una delle opere che segnano l’evoluzione umana. Bacon non esisterebbe senza quel lavoro.
NC: Bacon…Se vai a vedere le foto di Bragaglia…
GMP: È perché dovevano confrontarsi con lo spettacolo, fino agli anni 80 e 90, fino al Grande Fratello.  È la competizione, è come competere con la fotografia. Ogni volta che succede questo si parla di “morte della pittura” e di una serie di artisti che si adeguano alle innovazioni, che poi puntualmente falliscono, e la pittura ritrova la sua collocazione. La Pittura esiste da 33.000 anni. Questi nascono e dopo 10 anni decretano le cose…non so…è ridicolo ecco. Però loro scompaiono ogni volta e la Pittura rimane, trova sempre il suo specifico. Ed ora, qualsiasi tecnologia non potrà mai  riprodurre l’effetto vis-à-vis con l’oggetto che ha il quadro. E l’arte si è divisa in due parti: una è quella dello spettacolo, dove c’è una fondazione, un museo, un politico che ha bisogno di attirare l’attenzione. E allora arriva Cattelan con i suoi manichini, va sui giornali, sulla TV... Mentre il pittore non fa notizia. Già io mi vedo i politici davanti a un quadro, la gente annoiata (risata)...
NC: (risata)
GMP: Però rimarrà sempre la pittura per quelli che la seguono. È sempre stata un élite, non è mai stata per molti.

NC: Beh….oddio…questa contemporanea non è facile. Non è fatta per chi la guarda velocemente, bisogna avere tempo, fermarsi, avere la pazienza di poter arrivare a capire…solo che nella tua arte non c’è niente da capire…
GMP: No, non c’è titolo, non c’è niente, è solo Pittura da guardare.

NC: Posso dire allora che vuoi dare piacere agli occhi?
GMP: No. No perché… cioè puoi dirlo, ma io non faccio le cose che piacciono a me.

NC: Come “non fai le cose che piacciono a te”…
GMP: No. Io faccio solo quello che so fare, a me piacciono le cose semplici, io penso ci sia una cosa più interessante e cioè: fare ciò che è giusto fare in un determinato momento.
Non è il dipingere per un pubblico ma è dipingere per l’umanità. È come hanno fatto anche gli altri. Sbaglio a fare i paragoni con i grandi della storia però… Picasso io non l’ho mai conosciuto, ma in un  certo senso mi ha un po’ salvato, ha dato un senso a quello che ho vissuto. Se mi dovessero togliere dalla memoria tutta la storia dell’arte, i film, i libri che ho letto, rimarrei una palla…Picasso poi non mi piace neanche…
NC: Picasso a chi sento non piace a nessuno.
GMP: Guardo quello che lui ha fatto nel periodo giusto e l’impatto che ha avuto sul mondo. Ed è la cosa che m’interessa di più.

NC: Però dietro Picasso c’era un discorso mentre tu mi stai dicendo che la tua è Pittura pura, punto. Colore e istinto…
GMP: Questo sì, questo sì. E poi io non posso dire che è merito mio, che è una mia decisione perché certe volte mi escono delle cagate pazzesche che non volevo fare, e per pudore copro. Io faccio uscire dal mio studio solo cose mi soddisfano. Siccome non ho controllo, non è che mi metto a dire “oggi faccio un capolavoro” oppure “oggi faccio un quadro così così”. Non ho nessun controllo quindi non posso dire di farli io. Così come non è colpa mia se sono brutti e non è nemmeno colpa mia se sono belli. Ma non è quello il problema. Mi pongo in quello che succede nel mondo, do la mia risposta con la Pittura, e questo secondo me è da dire ora. Cioè nessun messaggio, nessun linguaggio, nessun simbolo, anche se le mostre possono apparire delle allegorie. Da Marconi ho fatto “La Natura”. La mostra era già stata organizzata un anno prima. Questa donna, questa figura doveva essere blu ma uscì Avatar, e così ho dovuto cambiare, nessuno ci avrebbe creduto! Allora ho fatto questa signora con un vestito bianco come una specie di sposa e le ho lasciato un becco blu. Quella era un’allegoria della natura perché c’era questa figura e il resto era concentrato tutto sul paesaggio. Era il paesaggio la vera potenza. E i suoi capelli diventavano tubi e paesaggio. Dopo di quella ho fatto “Innaturale - contro natura”,  dove c’era una scimmia che utilizzava la propria coda come pennello. Il primo essere vivente a fare arte.
NC: Hai usato un archetipo
GMP: Sì sì, una cosa del genere. Invece la mostra di Colombo a Milano che inauguro il 18 aprile, è un’allegoria della pittura. C’è una bambina, perché volevo mettere assieme come figura l’ingenuità e la potenzialità sensuale della Pittura. Perché la Pittura è così, la Pittura è ingenua, è come una bambina, perché tu la prendi, la usi, la colori, lei si fa fare tutto però allo stesso tempo ha quella “Promessa” che hanno tutti gli adolescenti quando saranno qualcosa, ma allo stesso tempo ha molto fascino. Questa cosa ha molto potenziale nell’adolescente. Però ripeto, non c’è nessun messaggio. Io utilizzo queste storie per arrivare a una forma. Punto.


NC: Bene.
GMP: Per la mostra di San Benedetto dopo la pittura sto pensando cosa è giusto dire. Quindi tutta l’ambientazione sarà quella paesaggistica astratta che si sta evolvendo, sta lasciando il proiettile e sta andando verso il tubo diciamo, sono delle figure che sembrano delle lettere, ma non c’è nessuna intenzione di fare delle lettere, è solo calligrafia pittorica. Quindi non so se ci sarà un personaggio…
Comunque è bello anche avere un’altra lettura.


NC: Ti dico, io ho pensato al connubio tra natura e tecnologia solo che adesso che mi sono confrontata con te…
GMP: Ma non ci sei andata molto lontano, lo dicevamo prima di una pittura che usa le stesse leggi dell’ottica, della fotografia, di Photoshop. È una pittura che nasce ora, che non si poteva concepire prima perché ha nel suo essere degli elementi che sono di adesso. Poi io mi rifaccio ai verdi di Tiziano, io guardo alla Storia dell’Arte.
Poi parliamo di una mostra che ha visto a Roma.

GMP: Io sono un artista. Mentre tutti stanno lì a cercare la soluzione per i mali del mondo, l’artista se ne deve fottere. È così che cambia il mondo! Come ha fatto Cezanne, che ha cambiato la visione mondiale delle cose…

NC: Non ti sento più, ti sto perdendo, …ah eccolo, ti stai muovendo?
GMP: No no, … è che qui sta nevicando!

NC: Ma dove sei?
GMP: In Sardegna (ridendo)

NC: Ma non nevicava in Germania? (Ridendo anch’io)  ... e mi dicevi?

GMP: Cezanne era uno che stava a casa sua in campagna non frequentava nessuno, dipingeva patate, cipolle, pomodori… un ortolano. Poi stava lì a dipingere quella montagnina… Ma ha cambiato l’immagine del mondo! Picasso, Matisse, sono nati da lui…nasce tutto da Cezanne. L’arte è questo, è il cavallo di Troia. L’arte non deve preoccuparsi di cambiare il mondo perché intanto lo cambia.

NC: Infatti la regola è non avere regole
GMP: Sì perché appena ne metti una arriva un artista e te la cambia. Il verde non si può usare…allora io te lo uso…un verde bellissimo…e poi tutti lì a fare il verde!

NC: Giovanni, è un piacere parlare con te ma io ora devo lasciarti, devo preparare la cena. Siccome sono anche una donna di casa mi tocca.
GMP: A casa mia sono io il cuoco.
NC: Ah sì? Sai cucinare?
GMP: Mi piace molto e mi piace anche inventare le ricette. Il pollo coi mirtilli è il mio cavallo di battaglia. Ti piace il rosso o viola?

NC: A me il viola
GMP: Allora coi mirtilli.

NC: Ma ci fai una salsa?
GMP: Cuocio il pollo in padella e i mirtilli sono l’ultima cosa da mettere. Si cuoce per due ore e ogni tanto si aggiunge qualcosa. Sicuramente sono ricette che già esistono. Diciamo che improvviso…

NC: Come in pittura
GMP: Sì, sennò mi annoio.

NC: Senti, ti devo proprio lasciare! Sai cosa vado a fare? Vado a cucinare le orecchiette con le cime di rapa.
GMP: Buone! Quelle non le so fare.

NC: Allora te ne lascio un po’ per fartele assaggiare!!!
GMP: (Risata)

NC: Ciao Giovanni, è stato un piacere e ti ringrazio per essere stato così disponibile.
GMP: Vabbè, ci ringraziamo a vicenda. Ciao.

 

 photo: Stefano Capocasa




 

sabato 20 aprile 2013

Giovanni Manunta Pastorello - Buon sangue non-mente da Design? Studio Associato

Giovanni Manunta Pastorello astratto 120x80 2013

Presso Design? Studio Associato sabato 27 aprile 2013 alle 18.00, la Galleria Marconi, Design? Studio Associato e Marche Centro d’Arte presentano Buon sangue non-mente, mostra personale di Giovanni Manunta Pastorello. L’evento è a cura di Nikla Cingolani, autrice anche del testo critico.
Design? Studio Associato è in via D’Annunzio n°36 a San Benedetto del Tronto.

La personale di Giovanni Manunta Pastorello fa parte degli eventi che si affiancano all’Expò di arte contemporanea di Marche Centro d’Arte.

Buon sangue non-mente.
Per Giovanni Manunta Pastorello la pittura è ‘l’unico pezzettino di metafisica rimasto all’umanità. Non si sa come funziona. Rimane questo mistero di un’immagine che appare.’ Erede della miglior tradizione pittorica, nei suoi lavori se ne ritrovano le tracce. Dall’antico modo di preparare la tela al più moderno uso dell’acrilico, è arrivato dopo anni di studio meticoloso a definire una tecnica basata sulla padronanza del gesto che mutua con elementi contemporanei. Votato alla Pittura, quando viene chiamato, lui è pronto, attento, concentrato sull'atto da compiere, senza esprimere nessun concetto, nessun messaggio, nessuna storia, nessun simbolo. Lui è il mezzo, il pennello con cui la Signora si esprime. In accordo con il costante fluire della vita e del suo mutare, scioglie le catene dei pensieri, si libera dai condizionamenti fino ad ottenere uno stato di “non-mente”, condizione ideale per produrre la vera creatività.” (Nikla Cingolani)

Grazie alla collaborazione con Design? Studio Associato la Galleria Marconi sbarca a San Benedetto del Tronto allestendo un nuovo spazio dedicato all'arte Contemporanea che si affianca a quello storico a Cupra Marittima. Alla base del secondo anno di collaborazione c’è sempre l’idea di diffondere sul territorio regionale la passione per l’arte e il design, due mondi che spesso si toccano e giocano a dialogare tra loro.
La Galleria Marconi continua così la sua operazione di promozione artistica all’esterno del proprio ambiente, sperimentando luoghi altri rispetto a quelli canonici dell’arte.
Design? Studio Associato si propone di superare i limiti di uno studio di architettura per diventare promotore di cultura e offrire nuove prospettive a chi frequenta i suoi spazi.
Accomunati dallo stesso spirito critico di ricerca, applicato alle arti visive, all’architettura e alla progettazione, la collaborazione vuole dare il via ad un nuovo percorso di studio e sperimentazione attraverso l’analisi e la rielaborazione della realtà che ci circonda.

“Ogni nuova stagione espositiva è come un nuovo inizio, un ripensare a quanto si è fatto per continuare a crescere sulle radici, si spera solide, che si sono messe. Quest’anno la Galleria Marconi ha compiuto 18 anni (ma la maturità è ancora lontana a venire). È un’occasione importante e il mio desiderio è di ringraziare quanti, magari solo per un attimo, un sorriso o una chiacchierata, si sono avvicinati all’attività della Galleria. Continuo a lavorare per l’arte, nonostante tutte le difficoltà, perché spero ancora che possa salvarci. Un abbraccio” (Franco Marconi)

On Saturday 27th April 2013 at 6.oo p.m. at Design? Studio Associato, Marconi Gallery, Design? Studio Associato and Marche Centro d'Arte present Buon sangue non-mente sole exposition by Giovanni Manunta Pastorello. The event is cured by Nikla Cingolani who is also author of the critic text.
Design? Studio Associato is in 36, D'Annunzio street in San Benedetto del Tronto.

Giovanni Manunta Pastorello sole exhibition is part of the events that accompany the Contemporary Art Expo of Marche Centro d'Arte.

Buon sangue non-mente.
Painting is 'the last bit of metaphisics to humanity for Giovanni Manunta Pastorello.. You don't know how it works. There is this mistery of an image which appears'. He is heir to the best tradition of painting and you can find traces in his works. From the ancient way of preparing the canvas to the most modern use of acrylic, after years of meticulous study, he  has come to define a technique based on the mastery of gesture which enriches with contemporary elements. Devoted to painting, when called, he is ready, careful, concentrated on the act to be performed, without expressing any concept, any message, any history, any symbol. He is the means, the brush with which the Lady is expressed. Following the continuous flow of lufe end of its changing he melts the chains of thoughts, he is freed from constraints till he reaches a state of “no-mind”,  ideal condition to produce true creativity.” (Nikla Cingolani)

Thanks to the cooperation with Design?  Marconi Gallery arrives to San Benedetto del Tronto and puts on a new space, dedicated to contemporary art which joins the historical one of Cupra Marittima. " Be unfaithful well... but don't leave us alone!" is the title of the project born from the fortunate meeting. The idea is to spread on the regional area the passion for art and design, two worlds often getting close and enjoying to mix. Marconi Gallery so goes on with its art promotion outside its traditional space, trying other spaces besides  its usual ones. Design? Associated Study aims to go over the limits of an architectural study in order to become culture promoter and offering so new perspectives to the ones attending its spaces.
Sharing the same criticism for research about visual arts, architecture and design, the cooperation starts a new course of  studying and experimentation analyzing and reworking our reality.

"Each new exhibition season is like a new starting, a kind of thinking again about what has been done in order to go on growing on the roots,hopefully solid, that have been put. This year, Marconi Gallery is 18  years old, (but the maturity is still far to come), It's an important occasion and I wish to thank all those who , even if only for a moment, a chatting, a cigarette, have approached the work of the gallery. I go on working for art despite all the difficulties, because I still hope that it can save us.  A hug" (Franco Marconi)


scheda tecnica/technical card

curatore/curator by Nikla Cingolani
testo critico/art critic by Nikla Cingolani

ufficio stampa/press agent by Dario Ciferri
traduzione di/translation by Patrizia Isidori

relazioni esterne e promozione delle attività/ external relationship and promotion of activities
http://www.rivieraoggi.it

riprese video/video shooting Stefano Abbadini
allestimenti/preparation Marco Croci

webmaster
http://www.siscom.it

Partner
http://mcda.cocalosclub.it



dal 27 aprile al 29 giugno
from 27th april to 29th june
orario: lunedì-venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18
opening time: mon-fri 9 am to 1 pm - 2 pm to 6 pm
sabato e domenica su appuntamento
saturday and sunday on date


info
Galleria Marconi di Franco Marconi
C.so Vittorio Emanuele, 70
63064 Cupra Marittima (AP)
tel 0735778703
e-mail galleriamarconi@vodafone.it
web http://www.siscom.it/marconi
blog http://galleriamarconicupra.blogspot.com/
Facebook http://www.facebook.com/galleriamarconi


Design? Studio Associato
via Gabriele D’Annunzio, 36
63039 San Benedetto del Tronto (AP)
tel 0735584088
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web http://www.forsedesign.it
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