Io e Francesca Gentili.
C’è qualcuno nell’ombra. Qualcuno che sussurra piano favole cupe.
L’uomo nero non è nero, non viene di notte, non porta marchi ma sta nella luce fredda e traslucida di una sottrazione. Può inghiottire questa luce. Perché lui è uno che ti toglie tutto…tutto…
Dice che non arriva il giorno, dentro un paese dei balocchi in cui il giocattolo è fatto di carne.
Al predatore si fa sacrificio di carne fresca, fatta a brani.
Al predatore restano occhi vitrei, fissità da lontananze irraggiungibili, giochi interrotti, dettagli di maniocchipaura.
Perversamente. Spaventosamente .
Come dentro una favola sospesa troppo presto quando si sta ancora nel bosco, come Hansel e Gretel.
La figura si incastona come un interrogativo muto, si da per dettagli inquietanti, con stupore desolato, tra lettere incollate come dentro un quaderno di bambina.
Agli innocenti resta il silenzio. Agli innocenti resta la desolazione di chi non ha avuto protezione.
Con Francesca la strada si inverte, si discute il metodo di lavoro ed è lei, da lontano, a lasciarmi a pensare alle parole su cui ha riflettuto, a lasciarmi al confronto col suo immaginario.
È lontana Francesca, altrove nello spazio, ma sa lasciare tracce.
Mi lascia con le favole oscure, con le paure, col silenzio degli innocenti, che mi spacca i timpani…
PUREZZA
Simonetta, La mia area semantica: innocenza, protezione
Ogni tua domanda è una crepa in più nelle pareti della casa. (Amos Oz, D’un tratto nel folto del bosco)
PERDITA
Simonetta, La mia area semantica: lontananza, sottrazione
Nell'anno 1284, il giorno di Giovanni e Paolo il 26 di giugno Da un pifferaio, vestito di ogni colore,
furono sedotti 130 bambini nati ad Hamelin e furono persi nel luogo dell'esecuzione vicino alle colline ( il Pifferaio magico)
PAURA
Simonetta, La mia area semantica: inquietudine, incubo, oscurità
Ogni notte tutto ciò che stava fuori apparteneva a Nehi, il demone del bosco. Ogni notte (…) dietro le imposte di ferro, Nehi il demone di monti scende dal suo castello nero, (…) passa tra le case come un vento maligno in cerca di segni di vita, e se per caso trova anche solo un grillo smarrito o una lucciola (…) subito apre il suo mantello scuro, lo stende e con quello cattura la creaturina
Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta? [...] Sono il lupo cattivo! (Jack Torrance, Shining)
Francesca, per una chiusura aperta del nostro dialogo, lasciami una frase che dia titolo al nostro tentativo di dilatazione delle percezione, al nostro ragionare per parole-chiave, a rendere conto di un progettare che diventa fare:
…………………………………………………….
Perché, Francesca, hai bisogno dell’arte?
……………………………………………………
Simonetta Angelini
Questo discorso prosegue e si espande su http://mcda.cocalosclub.it/ - http://galleriamarconicupra.blogspot.com/ - http://diaridalcontemporaneo.blogspot.com/ - http://www.nudicomevermi.blogspot.com/
Photo Marco Biancucci http://www.fforfakecv.it/
Nessun commento:
Posta un commento