MORTE
La mia area semantica: corpo, corruzione, malattia, sofferenza
“Perché la vita è breve/ E molte son le pene/ Che vivendo e stentando ognun sostiene,/ Dietro alle nostre voglie,/ Andiam passando e consumando gli anni,/ Ché chi il piacer si toglie/ per viver con angoscie e con affanni,/ Non conosce gli inganni/ Del mondo; […]” (Niccolò Machiavelli, La Mandragola, Carlo Signorelli editore, Milano 1964)
“La Decadenza è la perdita totale dell’incoscienza; perché l’incoscienza è il fondamento della vita. Il cuore, se potesse pensare, si fermerebbe” (Fernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine, Newton Compton, Roma 2006)
La tua area semantica: MALATTIA, SOFFERENZA DEL CORPO, CORRUZIONE
Questo è il mio modo di ricordare la MORTE, parlo certamente della MALATTIA,
della SOFFERENZA, del CORPO, ed infine, solo trasversalmente della CORRUZIONE.
Insomma entrambe le declinazioni sono insieme metafora e referente di questo
breve termine, di questa parola che ci fa impallidire quando la pronunciamo:
MORTE.
In ricordo di LIP (Luciano Inga Pin)
Luciano, uno tra i pochi che è stato così sovranamente esplicito a rivelarsi e a rivelarci senza orpelli né mezze misure, tanto per quello che ha amato, come similmente per tutto ciò che invece ha combattuto e disprezzato. Senza regalare nulla al caso.
Luciano, innamorato della vita, dell’arte con impazienza e ragione: ha segnato in innumerevoli campionature pagine storiche comprovate di artisti sfidando il dubbio agonico dei reticenti.
Luciano, caro Luciano, ti ho sentito vicino durante la mia lontananza murata dagli imprevisti, per cambiare l’anima del mondo, con ostinazione, con la ferocia della tua passione. Una tensione profonda ma anche una grande tenerezza.
Ho raccolto le sequenze dei tuoi pensieri, i ricordi, il tuo viaggio trasgressivo e avventuroso senza compiacenze o perbenismi. Mi hai educato alla tua esperienza aspra e incandescente.
Questo scherzo della vita che ci chiama all’appello ci ha trasformati tutti in voyeur: una “metastasi del guardare” fino al momento in cui il soggetto della nostra attenzione sfuma, anzi addirittura scompare.
Ma, come ricorda il Poeta:” Dura meno un uomo di una candela/ ma la terra preferisce la sua luce / per seguire il passaggio delle stelle”.
Consacrato alla storia, per seguire una luce migliore: i congedi rafforzano i sentimenti, come, certamente, la figura di questo grande gallerista, Luciano Inga Pin, che ancora negli ultimi giorni inseguiva il futuro caparbiamente.
Rita Vitali Rosati
Fabriano, 9 febbraio 2009
SIMBOLO
La mia area semantica: evocare, potenziare, elevare, sovrasensibile
“[…] morirò con le ali, vivrò con utili unghie” (Wislawa Szymborska, Sale, Libri Scheiwiller, Milano 2009)
“per Warburg i simboli, come trasformatori oltre che conservatori d’energia, convertono le emozioni più profonde dell’anima nelle forme durature dell’arte […] L’immagine è quindi, per la sua aderenza a un impulso vitale, anzitutto simbolo, e soltanto dopo, nella sua cristallizzazione, diventa segno” (Daniela Sacco, Un remoto presente, Moretti & Vitali, Firenze 2002)
La tua area semantica: poesia, EVOCARE.
Dedicato a
Rita che sorride alla vita/ Come rosa che muta, trasmigra/ Spinosa indecisa/ Tremula fica
Dedica autenticata in data 15 agosto 2006, ore 29.30, protocollata con il n° 23
" Io di mio non possiedo che il respiro"
( Aldo Busi )
"Nessuno può essere autore di un cazzo.". " Non si può dare più opera d'arte,
non resta che essere...si è capolavori"
IRONIA
La mia area semantica: arguzia, intelligenza, paradosso, libertà, gioco
“La natura paradossale della creazione artistica, la sua capacità di liberare, di emancipare, in contrasto con una tendenza antagonistica e insidiosa a ossessionare e asservire” (Bruce Chatwin, Anatomia dell’irrequietezza, Adelphi, Milano 1996)
“[…] ho imparato che la contraddizione è la più limpida forma di verità” (Patti Smith, Just Kids, Feltrinelli, Milano 2010)
La tua area semantica: Ahi
Non sono d'accordo con la citazione di Patti Smith, la contraddizione per me è
un doppio linguaggio attraverso il quale costruire un doppio testo e così fare
parlare il subconscio sotto mentite spoglie che non necessariamente
sottolineano LA VERITA'.
Rita
ps.
si è fondamentalmente IRREQUIETI, ergo a volte si "gioca" con ARGUZIA,
INTELLIGENZA,, sempre in estrema libertà
Libro fotografico “Ahi”
Di Rita Vitali Rosati
Il progetto
Il progetto Ahi è nato da un’ urgenza, quella che l’artista vive a contatto del quotidiano: è il racconto fotografico costruito annodando, foto dopo foto, tutti i sentimenti legati ai problemi che si producono attraverso le notizie apprese dai giornali e dai telegiornali. Attivando una vasta nomenclatura di emozioni. Emozioni che si sedimentano nella memoria collettiva, insieme alle immagini.
Ahi è frutto di un lungo e snervante esercizio meticoloso, durato oltre un anno. Non potendo fare un comizio, ho usato l’immagine come referente di un’espressione che è il linguaggio dell’arte. Non esiste un momento “X”, si tratta dell’incedere di un pensiero che lievita, si condensa e prende forma con insistenza o irruenza, un magma indistinto che segue una via, un percorso che è quello dell’anima come della mente.
Il libro si configura nel solco dell’esperienza di altri racconti fotografici, in linea con la tradizione del fotografo marchigiano Luigi Crocenzi, che qui voglio ricordare, il quale, già dagli anni ’50, aveva indirizzato la sua ricerca e produzione fotografica in questa direzione.
Ahi è un segmento che mi riporta alla mia produzione artistica, anzi non vedo sostanziali differenze con essa…….
Questo discorso prosegue e si espande su http://mcda.cocalosclub.it/ - http://galleriamarconicupra.blogspot.com/ - http://diaridalcontemporaneo.blogspot.com/ - http://www.nudicomevermi.blogspot.com/
Photo Marco Biancucci http://www.fforfakecv.it/
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